I nostri politici spesso scimmiottano i loro “padroni”, qualche volta si immedesimano talmente da anticipare anche i loro desideri; è il caso di Tajani che, istituendo il cappellano del ministero degli esteri, ha “anticipato” – certo, moooolto più modestamente, firmando con una stilografica, non con un pennarellone – l’istituzione di un Ufficio per la fede alla Casa Bianca.

Come riportano i vari media, tra cui AssociatedPress e Newsweek del 6/2/24, Trump ha annunciato la creazione di un Ufficio della fede alla White House guidato da Paula White-Cain perché, come ha dichiarato al National Prayer Breakfast, crede che le persone “non possano essere felici senza religione, senza quella convinzione. Riportiamo la religione. Riportiamo Dio nelle nostre vite”.

Trump ha affermato che la task force sarà incaricata di “fermare immediatamente tutte le forme di discriminazione e di attacco anticristiano all’interno del governo federale, incluso il Dipartimento di Giustizia, che è stato assolutamente terribile, l’IRS, l’FBI, terribile, e altre agenzie”.

Poco dopo ha aggiunto che avrebbe istituito anche una commissione sulla libertà religiosa, accusando l’amministrazione Biden di “persecuzione” dei credenti anti-abortisti.

Paula White è una pastora telepredicatrice sostenitrice della teologia della prosperità, cioè di una teologia che presuppone che la prosperità materiale sia una prova della grazia di Dio. Possiamo leggere nel suo sito: “La mia missione sulla terra è vedere la Parola di Dio, il Suo potere trasformante, il Vangelo di Gesù Cristo raggiungere le nazioni”.

Il National Prayer Breakfast (NPB) è un incontro a inviti su base religiosa pluri-confessionale che si tiene dal 1953 e a cui hanno partecipato tutti i presidenti USA in carica, democratici e repubblicani. Un’apposita commissione di senatori e congressisti di entrambi gli schieramenti politici statunitensi invita personalità religiose, politiche e economiche, anche di altre nazionalità, che discutono con “spirito cristiano” di come governare gli States e il resto del mondo.

Storicamente i padri pellegrini facevano parte di minoranze religiose in fuga dalle persecuzioni, quindi la costituzione USA è rigorosamente pluralista, e da questo punto di vista è formalmente laica; ma si giura sulla bibbia, sul dollaro c’è scritto “in God we trust, gli atei sono stigmatizzati; dunque gli USA sostanzialmente sono poco laici, potremmo definirli pre-confessionali o pluri-confessionali.

La politica non è basata sul principio laico dell’etsi deus non daretur, cioè della neutralità dello Stato nei confronti delle religioni, semmai nel non privilegiare troppo alcune confessioni cristiane a scapito di altre. Ciò dipende anche dalla concezione “imperiale” per cui gli USA sarebbero portatori di un “destino manifesto“, un compito storico metafisico che molti traducono esplicitamente in una investitura divina che giustificherebbe la loro egemonia globale.

Ma il “destino manifesto” è sempre più in crisi, e ha generato un Trump.