C’è un legame tra la proposta di Trump sulle terre rare ucraine e il video AI su Gaza con statua aurea di Trump e pioggia di dollari: si chiama Teologia della prosperità.

Ovviamente non si vuole, con questo breve scritto, fornire schematicamente la spiegazione di una situazione internazionale complessa e in rapido mutamento, ma può essere utile indicare un legame che può spiegare un aspetto del contesto culturale delle “sorprendenti” mosse dell’amministrazione Trump.

I cattolici che (spesso) “predicano bene e razzolano male”, nella comunicazione (soprattutto nella loro versione “francescana”) celebrano la povertà e il dolore come mezzo per avvicinarsi a dio. La Teologia della prosperità, invece, rovescia i termini.

I cattolici subiscono (soprattutto in Sud America e in Africa) la concorrenza di questa corrente teologica neo-pentecostale evangelica. Come possiamo leggere su La civiltà cattolica “Il nucleo di questa «teologia» è la convinzione che Dio vuole che i suoi fedeli abbiano una vita prospera, e cioè che siano ricchi dal punto di vista economico, sani da quello fisico e individualmente felici. Questo tipo di cristianesimo colloca il benessere del credente al centro della preghiera, e fa del suo Creatore colui che realizza i suoi pensieri e i suoi desideri”; una visione del mondo che si collega al pensiero utilitarista dell’American dream.

In Brasile l’ex presidente Bolsonaro – ne abbiamo parlato in Teologia della prosperità, telepredicatori e altre catene del Brasile – è stato sostenuto da telepredicatori con tecniche di comunicazione “alla Wanna Marchi”, che hanno creato “dipendenze” analoghe alle ludopatie tra chi, privo di futuro, si affida a una scommessa, anche con il sacro.

Teologia della prosperità e chiese neopentecostali sono sostenute, culturalmente e finanziariamente, dagli Stati Uniti, in particolare dagli ambienti neo-con che hanno spalleggiato Trump; e che Trump ha ripagato istituendo l’Ufficio per la fede alla Casa bianca.

Il video AI su Gaza, “ripulita” dagli sfigati palestinesi e benedetta dalla statua d’oro di Trump che fa piovere dollari, non è solo l’espressione, come è stato scritto, di un palazzinaro miliardario; è anche, forse soprattutto, una espressione della Teologia della prosperità.

Anche il “piano di pace” sull’Ucraina basato sul business congiunto con la santa madre Russia di Putin (benedetto da Kirill) esprime l’idea che gli USA rivogliono (great again) la prosperità (declinante), se necessario facendola pagare agli “alleati”, perché questo sarebbe il destino manifesto che dio ha assegnato all’America.

L’arroganza di Trump, che tratta gli “alleati” come servi, senza neanche un velo della tradizionale ipocrisia delle diplomazie, rischia di ridurre il soft power che ha sostenuto l’impero, e è tale da mettere in imbarazzo anche i suoi più affezionati sostenitori.

Per esempio Giorgia Meloni che si era proposta come collegamento tra USA e UE, e che convive con un vice che allunga spasmodicamente la lingua per cercare di dimostrare la sua esistenza… emesi!