Il cardinale Zuppi, presidente della CEI, celebra don Minzoni, nel centenario dell’assassinio del sacerdote massacrato a botte dai fascisti il 23 agosto del 1923. Ne siamo felici. Lo saremmo ancora di più se ricordasse anche un altro anniversario, quello del 12 settembre 1933 quando il cattolico Hitler ha firmato la legge di ratifica del Concordato tra Vaticano e Terzo Reich: «Sua Santità il Sommo Pontefice Pio XI e il Presidente del Reich Germanico, concordi nel desiderio di consolidare e sviluppare le relazioni amichevoli esistenti fra la Santa Sede e il Reich Germanico, …» (vedi il testo completo sul sito del Vaticano e un commento su MicroMega).

Il Reichskonkordat è l’unico trattato internazionale firmato dai nazisti ancora in vigore, analogo al Concordato dei Patti Lateranensi firmato con Mussolini nel 1929. Fascismo e nazismo hanno conquistato il potere anche grazie al sostegno dei partiti cattolici su indicazione del Vaticano.

La memoria dei cattolici è molto selettiva e propensa a riscrivere la storia, o almeno a esaltare alcuni dettagli e a oscurare le strategie geopolitiche, anche “disincentivando” la pubblicazione di testi scomodi, come quello di Karlheinz Deschner, Con Dio e con i fascisti. Il Vaticano con Mussolini, Franco, Hitler e Pavelic, pubblicato in Italia da Massari editore nel 2016, dopo quasi mezzo secolo dall’edizione tedesca (vedi la recensione nella Piccola biblioteca di ArciAtea).

Vale la pena di ricordare anche uno scritto del 1944 di Gaetano Salvemini (Il Vaticano e il Fascismo, Edizioni di “Controcorrente”, Boston 1944) che, dopo aver ricordato anche il silenzio del papa sull’assassinio di don Minzoni, si conclude così:

«I cattolici… trovano assai pericoloso, in momenti di grandi commozioni sociali, quando non si sa come le cose andranno a finire, affermare che il Papa preferisce i regimi totalitari ai regimi democratici. Eppoi se ammettessero che il Vaticano, in cambio della sua cooperazione, ottenne da Mussolini favori non indifferenti, sarebbero forzati a riconoscere che quel favori dovrebbero essere oggi riveduti, e almeno alcuni di essi, per esempio, il Concordato del 1929, potrebbero essere annullati. Ecco perché essi debbono dimenticare che il Vaticano cooperò col regime Fascista su molti punti della politica interna e internazionale fascista, e devono solamente ricordare quei casi in cui vi fu qualche frizione fra la politica vaticana e quella fascista.
Se questa campagna ingannatrice prevalesse, il Vaticano si farebbe avanti a domandare nuovi favori in cambio di un’eroica lotta contro il fascismo che non esisté mai, e cumulerebbe questi nuovi favori con quelli che ottenne in cambio di una cooperazione che fu ieri la regola anche se di tanto in tanto vi fu qualche eccezionale contrasto».

Che possiamo dire oggi se non che la “campagna ingannatrice” ha prevalso?