con Manuela Monti e CarloAlberto Redi, Darwin day alla Casa della Cultura di Milano, 21 febbraio 2023.

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[dall’introduzione di Giancarlo Straini]

In molte parti del mondo, da molto tempo, nel mese di febbraio si celebrano i Darwin day, giornate dedicate alla divulgazione scientifica. Noi stasera lo facciamo con Manuela Monti e con CarloAlberto Redi, a partire dal loro ultimo libro, Prepararsi al futuro, cronache dalle scienze della vita, edito da il Mulino.

Manuela Monti insegna Istologia ed embriologia all’Università di Pavia e svolge ricerche in collaborazione con istituti in USA e Giappone.
Carlo Alberto Redi – accademico dei Lincei – docente di Zoologia presso l’Università di Pavia, è presidente del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi.
Insieme hanno pubblicato Genomica sociale (2018), DNA. La vita in tre miliardi di lettere (2019), Che cosa sono le cellule staminali (2021), tutti con Carocci.

Prepararsi al futuro è un libro che si presta bene a celebrare Darwin e l’evoluzione della scienza e della tecnica. È un libro agile ma rigoroso, comprensibile anche ai non specialisti.
Manuela e CarloAlberto non sono solo degli ottimi divulgatori. A mio parere, vanno particolarmente apprezzati non solo perché eccellono nel loro campo. Sono dei bravi specialisti ma hanno anche la capacità di collegare scienza e politica, biologia e sociologia. Faccio solo qualche esempio.

In Genomica sociale Come la vita quotidiana può modificare il nostro DNA (2018), ci hanno spiegato come le diseguaglianze sociali si traducono in diseguaglianze di salute, si trasmettono in maniera intergenerazionale, e determinano a loro volta diseguaglianze di opportunità, di reddito, di rango sociale, in un meccanismo ricorsivo che rinforza lo svantaggio sociale che le ha originate. La genomica sociale è una disciplina che si occupa sostanzialmente del rapporto scienza-società, volta a chiarire i meccanismi attraverso i quali – li cito – «il sociale entra nella pelle e si fa biologia».

Margaret Thatcher sosteneva che la società non esiste, esistono solo gli individui. Manuela e CarloAlberto respingono questa schematica rappresentazione dell’individuo isolato. L’individuo è relazionale, è un con-dividuo. Anche biologicamente, il nostro corpo non potrebbe sopravvivere senza i tanti esseri del microbiota che con-vivono nelle nostre cellule, nel nostro intestino, nella nostra pelle. Sono virus, batteri, funghi che in qualche caso ci danno dei problemi ma senza cui semplicemente moriremmo. Quindi non siamo monadi, individui isolati, nemmeno nel nostro corpo, figuriamoci quando ci relazioniamo con gli altri. Ma per relazionarci bene occorre consapevolezza. La democrazia non è semplicemente una procedura elettorale.

Qualche giorno fa, qui alla CdC, abbiamo discusso con la filosofa politica dell’Università di Chicago Chiara Cordelli, di come le privatizzazioni non solo generano ineguaglianze, ingiustizie, inefficienze; le privatizzazioni sistematiche di funzioni pubbliche quali la sanità e l’istruzione minano la legittimità della democrazia, spezzano anche il legame sentimentale del cittadino verso l’istituzione pubblica, verso il legame del cittadino con lo Stato in quanto espressione della volontà pubblica, garante dei diritti (l’astensione elettorale è solo una delle conseguenze). Monti e Redi, non a caso, insistono sul concetto di cittadinanza scientifica, cioè sulla necessità della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, senza cui non c’è democrazia. Ma per essere effettiva la partecipazione del cittadino deve essere consapevole, anche in materia di evoluzione della scienza e della tecnica.

Cito dall’introduzione di Prepararsi al futuro: “Avanzamento del sapere e alfabetizzazione scientifica dei cittadini sono mete da perseguire unitamente al fine di sviluppare una società democratica basata su giustizia ed equità: solo cittadini dotati degli strumenti concettuali per valutare criticamente le nuove frontiere del sapere scientifico possono garantire un sistema democratico, perché capaci di incidere efficacemente e direttamente sul corpo sociale con le proprie autonome opinioni su ciò che si ritiene lecito, e ciò che non si desidera venga applicato degli avanzamenti delle conoscenze. Conoscenze che sono oggi essenzialmente legate alle applicazioni tecniche delle scienze della vita, della biologia.”

Nel libro c’è una rassegna delle molte nuove possibilità che ci prospetta lo sviluppo della scienza. Nel sottotitolo della nostra locandina abbiamo accennato solo alle nuove terapie che la ricerca scientifica ci sta mettendo a disposizione. Ma se non metteremo un freno alle disuguaglianze – economiche, sociali, di istruzione, tra territori (con la cd autonomia differenziata) – queste nuove terapie saranno a disposizione solo di pochi. E abbiamo accennato alla carne coltivata in laboratorio (che è anche uno dei campi di ricerca di Manuela). Ovviamente nessuno di noi vuole imporre uno stile di vita e un gusto estetico o gastronomico. È però indubbio che il progresso in questo campo può contribuire a ridurre l’impatto sull’ecosistema e la sofferenza degli animali costretti negli allevamenti intensivi.

Ma il libro Prepararsi al futuro parla di molto altro. Io rinnovo il ringraziamento a Manuela e a CarloAlberto, e alla Casa della Cultura che ci ospita. Portiamo il nostro piccolo contributo per celebrare Darwin, la razionalità scientifica e la laicità, per rendere effettiva la nostra traballante democrazia.