La pasqua di resurrezione dei cattolici è stata abbondantemente soverchiata dalla pasquetta secolare.
La pasqua cristiana si modella sulla pasqua ebraica. La pesach – in origine una festa agricola dell’inizio della primavera (dei pani azzimi, che non hanno avuto il tempo di lievitare) – narra la liberazione degli ebrei dall’Egitto (Esodo, 12).
La pesach ricorda quando, per convincere il faraone a lasciare partire gli ebrei, il loro dio – non essendo bastate le nove piaghe (acqua inquinata, rane, zanzare, mosche, bestiame morto, ulcerazioni, grandine, cavallette, tenebre) – ammazzò in stile Netanyahu tutti i primogeniti egiziani.
La pasqua cristiana, invece della liberazione, celebra la resurrezione del cristo (unto del signore in greco, messia in ebraico) e si festeggia nella prima domenica dopo il plenilunio di primavera.
I cristiani – che essendo dogmatici non disdegnano le risse – iniziarono subito a litigare con chi voleva mantenere la data della pasqua ebraica (l’oriente voleva mantenere il 14 del mese di nisān qualunque fosse il giorno della settimana, per l’occidente doveva cadere sempre di domenica). Ne discussero nel Concilio di Nicea del 325 e presero una decisione “definitiva” a favore dei cristiani romani nel 664.
Però il calendario giuliano (introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.e.v.) era impreciso e venne riformato nel 1582 da papa Gregorio XIII (introducendo gli anni bisestili, ecc.), ma ciò non venne accettato dalla maggior parte dei cristiani ortodossi. I 13 giorni di differenza hanno creato divergenze tra cristiani e qualche confusione anche più in generale: per esempio la rivoluzione d’ottobre è avvenuta in novembre, almeno per noi occidentali gregoriani.
Come è noto, i cattolici hanno elaborato una ricca liturgia: dalla quaresima, alla settimana santa, all’ascensione, alla pentecoste; per non parlare del culto degli innumerevoli sudari (sindoni), chiodi della croce, prepuzi, ecc. ma – ahiloro – la secolarizzazione avanza inesorabile.
Oggi i cattolici. sono in calo costante, soprattutto tra i giovani; aumentano gli atei e gli agnostici e solo una minoranza di chi ancora si dichiara cattolico frequenta le chiese e pratica i riti; tutte le ricerche sociologiche evidenziano questa tendenza verso l’incredulità o almeno verso una appartenenza senza credenza, verso una religione “a bassa intensità”.
In questo senso si può sostenere che la pasquetta secolare ha ormai sopraffatto la sacralità della pasqua di resurrezione, che continua a “risorgere” per una minoranza sempre più esigua, anche se in modo contraddittorio e non lineare.
Infatti le élite dominanti – che pure hanno contribuito a sostituire il dio cristiano (sia quello feroce che quello paternalista) con il loro dio del mercato e della finanza (altrettanto feroce o paternalista) – talvolta riscoprono l’utilità della religione in quanto strumento di controllo sociale.
ArciAtea vuole contribuire a difendere la laicità dello Stato, contro tutti i dogmatismi religiosi e anche contro i dogmatismi polititici degli “atei devoti”.