In nome di dio fate questo, in nome di dio fate quello, l’importante è che lo facciate in nome di dio (e della chiesa che ve lo spiega).

Alla base c’è un’idea di comunità omogenea fondata sulle “radici cristiane”, contrapposta allo Stato-nazione laico della modernità fondato sull’autodeterminazione, sui diritti e sul pluralismo.

Per Giovanni Paolo II il patriottismo si collega al quarto comandamento (onora il padre e la madre) e «con il termine “nazione” si intende designare una comunità che risiede in un certo territorio e che si distingue dalle altre comunità per una propria cultura. La dottrina sociale cattolica ritiene che tanto la famiglia quanto la nazione siano società naturali, e quindi non frutto di semplice convenzione. Perciò nella storia dell’umanità non possono essere sostituite da nient’altro. Non si può, per esempio, sostituire la nazione con lo Stato» (Karol Wojtyla, Memoria e identità, Rizzoli).

Le guardie che sulla frontiera polacca discriminano i profughi in base al colore della pelle forse adottano il comunitarismo del compatriota Wojtyla, contrapposto ma non diverso da quello dell’ortodosso Kirill, patriarca di Mosca e di tutte le Russie, che sostiene l’”operazione militare” di Putin contro i culattoni drogati.

L’analogo cattolico Bergoglio, sempre in nome di dio, digiuna per la pace, con l’equilibrio necessario alla sua multinazionale, che sta tentando di sfondare anche sul promettente mercato cinese.

Però le sue filiali nazionali, con le dovute articolazioni, sostengono questo o quello, sempre in nome di dio e della pace. Così il cattolico Draghi invia armi e la cattolica Cisl non manifesta con la Cgil laica che rivendica un neutralismo attivo.

Noi razionalisti ci interroghiamo dubbiosi sulle cause immediate e remote della guerra, sulle cause principali e secondarie, sulle possibili soluzioni; intanto i cappellani militari (che noi paghiamo) continuano a benedire le armi e a confortare i combattenti, sempre in nome di dio (autenticamente interpretato dalla propria chiesa).

Perché dio lo vuole, anche quando non è chiaro cosa voglia.