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L’idea di fondare una nuova associazione nasce, di solito, dalla convinzione che ci sia una carenza, uno spazio vuoto o comunque non adeguatamente presidiato, che si vuole riempire; non è un atto solo organizzativo. Dunque, perché fondare ArciAtea?
Il nostro riferimento teorico e culturale è l’Illuminismo, inteso come cantiere aperto, basato sulla fiducia nell’autodeterminazione dell’umanità che si libera da ogni condizionamento metafisico.
Per noi il razionalismo della scienza moderna è l’aspetto centrale e – lo diciamo pragmaticamente, senza sillogismi, né automatismi, ma osservando la Storia e le nostre storie – essere razionalisti porta quasi necessariamente a essere agnostici e poi, con la riduzione del rischio delle persecuzioni, a essere atei.
L’età moderna ha segnato il passaggio dalla carità ai diritti. Il motto liberté, égalité, fraternité della Rivoluzione francese ha riassunto gli ideali di rinnovamento politico e sociale. Nel secondo dopoguerra questi ideali hanno consentito la riconquista dei diritti politici, l’affermazione dei diritti sociali, la diffusione dei diritti civili; ma la storia non è mai lineare.
Negli ultimi decenni l’aumento delle disuguaglianze sta mutando il clima culturale, lo “spirito” del nostro tempo. Emergono nuove fratture sociali, aumentano i pericoli di involuzione culturale e politica.
Il pensiero debole e postmoderno rischia di ridursi a una semplice giustificazione dell’esistente; sperando di compensare la perdita di senso, anche gli atei devoti stanno riconsegnando alle religioni il monopolio dell’etica e gli spazi pubblici in funzione di stabilizzazione sociale.
A nostro parere, invece, c’è bisogno di riaffermare che i diritti civili, politici e sociali possono essere difesi e sviluppati solo se visti come un insieme, razionale ed etico, del giusto e del bene negli aspetti fondamentali, deciso da noi stessi in quanto individui sociali, e non dipendente dal volere di un dio, di una chiesa o di un uomo della provvidenza.
C’è bisogno di approfondire i vari aspetti della condizione umana per liberarla, anche nei dettagli, dai condizionamenti che ancora la opprimono, ma per farlo dobbiamo anche saperci riconoscere come individui che sono definiti dalle loro relazioni, non da essenze metafisiche. Quindi non dobbiamo chiuderci su “temi specialistici” fino al punto di correre il rischio di diventare settari.
Per fare solo un esempio, la pari dignità civile delle donne non è nemmeno concepibile senza il diritto a una pari retribuzione e il suffragio universale.
ArciAtea rete per la laicità APS vuole portare il suo modesto contributo per muoverci in questa direzione, senza pretese di primazie ed esclusività, anzi con la convinzione che la libertà di essere diversi, insieme all’uguaglianza effettiva dei diritti e alla solidarietà necessaria per conquistarli, sia ancora la strada maestra, il cantiere aperto dell’Illuminismo, il progetto riassunto nello slogan, antico ma sempre attuale: liberté, égalité, fraternité.
Insomma, ArciAtea vuole essere uno strumento aperto, inclusivo, solidale, integrativo, capace di ascoltare e anche di dialogare con i portatori delle concezioni religiose che vuole combattere.
I fatti ci diranno se riuscirà effettivamente a esserlo.