La Stanza del silenzio è una sala arredata semplicemente e prive di simboli religiosi che consente a tutti – delle diverse religioni o atei – di raccogliersi per pregare o per meditare. È uno strumento interculturale, nato nei paesi anglosassoni e scandinavi – diffuso negli ospedali, stazioni, università, ecc. – che si sta estendendo anche in Italia, a seguito dell’aumento del pluralismo religioso e filosofico.

Nel 2019 su iniziativa del Comune di Milano e del Gruppo nazionale di lavoro per la Stanza del silenzio e/o dei culti, venti associazioni hanno firmato un Protocollo per istituire le Stanze del silenzio e l’Assistenza spirituale confessionale e aconfessionale.

Questo modello è stato ripreso recentemente dal sindaco Gualtieri, che vuole promuovere le Stanze del silenzio anche a Roma, nelle strutture pubbliche con grande affluenza: le grandi stazioni, gli aeroporti, gli ospedali.

Il 28 aprile questo strumento interculturale è inaugurato anche all’Ospedale Cutugno di Napoli, il primo caso in Campania, sempre con la consulenza del Gruppo nazionale per la stanza del silenzio e sulla base del modello milanese citato sopra.

Paradossalmente, mentre l’esperienza milanese si diffonde nelle altre città italiane, segna il passo proprio a Milano. Le Stanze erano già pronte per l’inaugurazione al Trivulzio e al Golgi-Redaelli quando arrivò il covid19. Ora che la fase acuta della pandemia sembra superata, nonostante un incontro effettuato dalle associazioni firmatarie del Protocollo con la vicesindaca Scavuzzo, non si vedono ancora segnali di riattivazione di questo percorso da parte dell’amministrazione comunale milanese.