Filosofo per formazione e sociologo ‘per conversione’, Pierre Bourdieu (1930-2002) ha prodotto studi e ricerche di rara sofisticazione teorica. Nei quasi quaranta libri che ha pubblicato e negli innumerevoli saggi che ha disseminato in riviste e volumi nell’arco di quattro decenni, Bourdieu ha affrontato una quantità incredibile di temi, spaziando dallo studio della società algerina all’analisi dei sistemi educativi, dalla critica delle teorie estetiche in letteratura e nelle arti figurative all’indagine sulle pratiche di produzione e consumo culturale, dalla ricostruzione delle dinamiche del mercato immobiliare allo studio della struttura di genere della società, fino alla disamina della marginalità sociale nelle periferie urbane. La notorietà internazionale di Bourdieu è attestata dalle numerose traduzioni in molte lingue, anche le più marginali, e dalla vastissima letteratura critica consacrata alla sua opera. Eppure, il nostro paese è fra quelli che si sono dimostrati più refrattari all’opera del sociologo francese. Con questo volume Gabriella Paolucci si propone di colmare questo vuoto, presentando al pubblico italiano una ricostruzione sintetica del progetto scientifico del sociologo, delle questioni più significative che ha affrontato nel corso della sua carriera e dei concetti fondamentali che distinguono la sua opera.