Sembra che il 25 dicembre si presti molto alle falsificazioni, dei cristiani e non solo.
Circola in rete una presunta lettera di tale Publio Plinio a Domizio Rufo, che sarebbe stata scritta nel 280 e.v. (vedi sotto).
La lettera è di piacevole lettura, ma basterebbe un po’ di spirito critico per (almeno) sospettare che sia un falso, visti alcuni termini un po’ troppo “illuministi” per essere stati usati un millennio e mezzo prima. Poi, se la “filologia” non bastasse, una ricerchina in rete scioglierebbe eventuali dubbi residui.
Comunque questo falso dice cose vere.
Effettivamente i cristiani si sono appropriati di questa festa pagana. L’imperatore Aureliano ha istituito il culto del sole nel 274 e.v. La festa del Dies Natalis Solis Invicti si collegava con i tradizionali Saturnalia romani e con i nuovi culti orientali, di Mitra e altri.
L’imperatore Costantino, nel 330 e.v., decretò che la natività di Gesù coincideva con la festività pagana della nascita di Sol Invictus. Nei primi secoli i cristiani non avevano una data certa e condivisa per festeggiare la nascita di Gesù; soprattutto nelle chiese orientali si celebrava il 6 gennaio, poi tutti la allinearono alla festa del Sol Invictus del 25 dicembre e il Natale Invitto divenne il “Natale” cristiano.
La chiesa è ben più invasiva dei graffitari che “firmano” ogni spazietto di muro libero; la chiesa piazza croci nelle scuole e sulle montagne, negli ospedali e nei tribunali. L’appropriazione delle celebrazioni altrui è una costante; ci hanno provato, per una volta con scarso successo, anche a trasformare il Primo Maggio socialista nella festa di San Giuseppe lavoratore.
Non si può competere con tali “professionisti” contro-falsificando il Natale, sia pure in senso laico.
Vedi anche il testo del falso:
Solstizio d’inverno, il natale del sole.
“Carissimo, ti auguro con questa epistola di trascorrere un buon Natale del Sole. Non so da voi, ma qui a Mediolanum ormai lo festeggiano tutti: persino i cristiani! Sì, anche quella setta di santoni pseudoebrei, gli adoratori dei crocefissi, dopo qualche resistenza ormai si sono decisi a festeggiare come tutti gli altri.
Non c’è che da apprezzare la saggezza del grande imperatore Aureliano, che volle rendere ufficiale la festa, l’ottavo giorno prima delle Calende di Gennaio. Noi cittadini dell’impero siamo diversi per lingua, razza e religione, ma tutti siamo scaldati dallo stesso Sole, che dopo il freddissimo Solstizio d’Inverno ora ricomincia timidamente a riallungare le giornate. Né Aureliano volle inventarsi una Festa di sana pianta, ma lungamente studiò il problema coi suoi collaboratori, scoprendo che la festa della Rinascita del Sole è la più universale; anche se alcuni lo chiamano Mitra, altri Elagabal, altri Helios: in fin dei conti è sempre lo stesso per tutti, e tutti ugualmente ci riscalda.
Solo i cristiani, nella loro superstizione, sono convinti di non adorarlo. Ho appreso da un mio servo, che partecipa alle loro riunioni, che pure loro mangiano gli stessi dolci impastati con frutta candita e miele: ma non per festeggiare il Sole a cui devono la frutta e i fiori, bensì la nascita del loro Dio, o profeta (essi non hanno chiara la distinzione tra i termini), Gesù Cristo.
Confesso di essere affascinato dall’ignoranza che nutrono per la loro stessa religione. Avendo dato un’occhiata, per curiosità, ai loro libri sacri, so bene che in nessun giorno del calendario è fissata la data di nascita del loro eroe. Stavo quasi per dirlo al mio servo, ma a che pro? Non sa leggere. Ma lasciamolo pure mangiare il suo pane dolce e i suoi canditi, anche se ignora l’autentico significato di ciò che fa”.
Publio Plinio a Domizio Rufo (280 d.C.)
https://leonardo.blogspot.com/2006/12/non-natale-se-non-relativista.html
Pegman sabato 24 dicembre 2011 alle ore 21:18:00 CET Salve sig. Leonardo, da dove ha preso la citazione di Publio Plinio? l’ha presa da un libro? se si mi può dire quale? Grazie
Leonardo T sabato 24 dicembre 2011 alle ore 21:37:00 CET Ma no, me la sono inventata.