Oggi le scelte non espresse dal contribuente nella destinazione dell’8×1000 sono comunque distribuite proporzionalmente alle scelte espresse (Art. 47 L. 222/95).
In questo modo la chiesa cattolica incassa l’80% del gettito, nonostante le scelte effettive siano il 35% circa, e incassa un sonante miliardo di euro, il doppio della cifra che le spetterebbe se la distribuzione avvenisse solo sulla base delle scelte effettuate.
Insieme all’Associazione Luca Coscioni, diamo pieno sostegno agli emendamenti dei deputati Magi e Nencini. Gli emendamenti prevedono di:
– destinare allo Stato per scopi di interesse sociale o di carattere umanitario le quote dell’otto per mille “non destinate”;
– pubblicizzare la destinazione statale dell’otto per mille;
– escludere dall’esenzione IMU gli enti non commerciali, inclusi quelli ecclesiastici, se all’interno di essi si svolga, in qualsiasi forma, una attività di carattere commerciale di tipo ricettivo;
– costituire una commissione governativa e delegare il governo ad emanare uno o più decreti legislativi per dare piena attuazione alla sentenza della Corte di Giustizia europea del 6 novembre 2018 che ha ordinato il recupero dalla Chiesa Cattolica dell’IMU arretrata dovuta alla Stato italiano che secondo le stime sono almeno quattro miliardi di euro.
Lo Stato ha bisogno di risorse per lo sviluppo, l’occupazione, lo stato sociale. Ha bisogno anche di una concreta e sonante laicità.