L’abuso Concordato

L’abuso degli ecclesiastici verso i minori e le donne è molto diffuso, ma in Italia i mezzi di informazione tacciono o minimizzano.
Quando le vittime trovano la forza di denunciare si scontrano con l’art. 4 del Concordato, revisionato nel 1984, in cui «la Repubblica italiana assicura che l’autorità giudiziaria darà comunicazione all’autorità ecclesiastica competente per territorio dei procedimenti penali promossi a carico di ecclesiastici», i quali però non sono tenuti a informare le autorità dei reati di cui siano venuti a conoscenza; anzi, gli eventuali provvedimenti in Vaticano e nella chiesa sono trattati con la massima riservatezza, anche perché sono considerati “peccati” che offendono dio, non reati contro la persona.

Il pedofilo, come il serial killer, organizza la sua vita in funzione della “caccia” e dell’”omicidio psichico” della vittima, finché non viene fermato. L’omertà della chiesa cattolica impedisce anche la prevenzione.
Riferisce Federico Tulli su Left «A proposito della serialità, basti qui citare velocemente i casi di padre Lawrence Murphy negli USA, reo confesso di abusi su oltre 200 minori sordomuti, e quello del parroco Don Lelio Cantini, che a Firenze agì impunemente all’interno della sua comunità per oltre un ventennio. E che dire di Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo e violentatore seriale per decenni “protetto“ da Giovanni Paolo II? Tutti sono morti nel monastero dove erano stati inviati dal Vaticano a espiare i propri “peccati”, senza aver mai affrontato un giudizio civile».

I casi sono così diffusi che il Comitato Onu per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha pubblicato un rapporto con cui ha evidenziato le criticità del Concordato e ha raccomandato all’Italia di «garantire l’indagine trasparente ed efficace di tutti i casi di violenza sessuale presumibilmente commessi da personale religioso della chiesa cattolica».
Solo il clamore mediatico ha obbligato il papa a prendere misure pubbliche, come nel caso dell’ex cardinale Theodore McCarrick, già arcivescovo di Washington, ridotto allo stato laicale.

Qualche voce critica è emersa anche dall’interno: per il cardinale Reinhard Marx «Gli abusi sessuali nei confronti dei bambini e di giovani sono in non lieve misura dovuti all’abuso di potere nell’ambito dell’amministrazione. I dossier, che avrebbero potuto documentare i terribili atti e indicare il nome dei responsabili, sono stati distrutti o nemmeno creati. Invece dei colpevoli, a essere riprese sono state le vittime ed è stato imposto loro il silenzio».
Bergoglio ha concluso il summit mondiale sostenendo che “la Chiesa, insieme ai suoi figli fedeli, è anche vittima” dei crimini della pedofilia.
Francesco Zanardi, presidente della Rete L’Abuso ha giudicato “ridicole” le conclusioni del summit in Vaticano.