Laura Conti
Udine, 31 marzo 1921 – Milano, 25 maggio 1993
Partigiana, medico, ambientalista, politica e scrittrice italiana.
Considerata la madre dell’ecologismo italiano. Laura Conti è stata una divulgatrice infaticabile. Nel gennaio del 1944 entra a far parte del Fronte della gioventù per l’indipendenza nazionale e per la libertà di Eugenio Curiel. È incaricata di svolgere attività di proselitismo tra i militari. Il 4 luglio viene arrestata; dopo un breve periodo a San Vittore, viene internata nel Campo di transito di Bolzano. Riesce fortunosamente ad evitare la deportazione in Germania. Da questa esperienza nasce il romanzo “La condizione sperimentale”.
Disastro di Seveso – Il 10 luglio 1976 dall’Icmesa, una fabbrica a nord di Milano, esce una nube tossica contenente molti chili di diossina, una sostanza allora quasi sconosciuta, che ricade sul centro abitato. Laura Conti è all’epoca consigliere regionale e non risparmia il suo aiuto e la sua vicinanza agli abitanti di Seveso.
Con le pubblicazioni “Visto da Seveso” e “Una lepre con la faccia di bambina” la popolarità di Laura Conti varca i confini nazionali. Il 24 giugno 1982, Bruxelles approva la direttiva sui rischi di incidenti connessi con determinate attività industriali che verrà battezzata “Direttiva Seveso”.
Nel 1986 le viene conferito il Premio Minerva per il suo percorso scientifico e culturale. (Wikipedia)
Per i suoi contemporanei era un’eretica, come quando scriveva: «Qualcuno mi accuserà di aver messo sullo stesso piano l’uomo e gli altri animali. Ribatterò che non li ho messi sullo stesso piano ma ho cercato di studiarli con lo stesso metro. A tenermi lontana dal cattolicesimo è soprattutto questo, la negazione dell’unità del mondo vivente nel suo insieme, in nome di un rapporto con Dio che lo divide: di qua l’Uomo e di là il Resto». (donna moderna)