Quella linea sottile tra reato e peccato, con Emanuela Provera e Federico Tulli.

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Emanuela Provera e Federico Tulli sono gli autori di una ricerca unica nel suo genere. Il libro edito da Chiarelettere che si intitola Giustizia divina. Così la Chiesa protegge i peccati dei suoi pastori.

Sono partiti dalla domanda: che fine fanno i sacerdoti denunciati per abusi, truffe o altri reati?  E hanno scoperto che pochissimi finiscono in carcere. La Chiesa si occupa di loro come una “madre amorevole”, nei suoi “centri di cura” dedicati al pentimento e all’espiazione. Hanno scoperto che c’è una giustizia parallela. Hanno attraversato l’Italia visitando e raccontando i cosiddetti centri di cura per sacerdoti e suore “in difficoltà”.
L’offeso è dio, il responsabile è il diavolo, in mezzo ci sono i peccatori (spesso mettendo insieme colpevoli e innocenti, non distinguendo troppo le vittime dai carnefici, come nei casi di pedofilia).

Nell’interessante serata abbiamo esaminato l’asimmetria nei rapporti tra gerarchie ecclesiastiche e magistratura italiana, stabilita nel Concordato. Ma la sottile linea tra reato e peccato, in realtà, la si trova anche nei tribunali italiani, perché c’è soprattutto un problema culturale, ci sono bias cognitivi, pre-giudizi, schemi consolidati, habitus.