Continua il dibattito sulle “radici cristiane” dell’Europa, che alcuni esaltano per elevare la chiesa e i cattolici al di sopra degli altri, costruendo un mito storico-identitario; mentre altri (noi compresi) vorrebbero fondare l’Unione europea sui valori laici, cioè riconoscendo le tante e varie radici (filosofiche, giuridiche, politiche, religiose, ecc.) ma senza assegnare una primazia morale o politica a una specifica tradizione.
Inoltre tutte le ricerche sociologiche ci dicono che, sia pure in forme non lineari, la secolarizzazione procede, soprattutto in Europa. Aumenta l’agnosticismo e l’ateismo, in particolare tra i giovani; anche la grande maggioranza di chi si dichiara credente adotta una religione “a bassa intensità”, accanto a minoranze che continuano a riconoscere e praticare i precetti della loro dottrina (cattolica o delle altre religioni), e talvolta qualcuno (non solo islamico) si radicalizza.
La presenza qualitativa e quantitativa delle luminarie natalizie può essere un indicatore della persistenza e del carattere delle presunte “radici cristiane”. Non disponendo di dati certi e completi dobbiamo accontentarci dell’osservazione diretta di quanto è avvenuto a Milano e dintorni, e di notizie provenienti da altre città.
Le amministrazioni comunali, a causa dei tagli dei loro bilanci, sembra che abbiano accentuato, per finanziare l’installazione di alberi e altre luminarie natalizie, la ricerca dei grandi sponsor, che ovviamente hanno preferito le zone centrali e gli assi commerciali.
I commercianti delle “periferie” – per l’aumento del costo dell’elettricità, per i minori contributi comunali, forse anche per la perdita di rappresentatività delle associazioni dei commercianti (Confcommercio, Confesercenti, ecc.) – si sono spesso limitati a contornare il loro singolo negozio o bar con qualche lucina, ma non a illuminare collettivamente la strada.
Forse le “radici cristiane” non sono molto vitali se basta il risparmio di circa un centinaio di euro per convincere un commerciante a rinunciare alla loro celebrazione. Inoltre, sembrano essersi ridotti anche gli addobbi natalizi e le lucine sui balconi, ovviamente fatti da cittadini che non erano motivati da ragioni commerciali, ma solo dal piacere di rispettare una tradizione, che dunque si è rivelata essere superficiale.
Ovviamente ci sono eccezioni. Alcuni comuni, anche piccoli comuni non solo del sud, hanno usato le luminarie come evento distintivo; forse qualche amministrazione comunale ha anche cercato così di “compensare” con lo “spettacolo” la sostanziale riduzione di servizi sociali; forse qualche cittadino si sarà sentito più “buono” proprio grazie al Natale.
In ogni caso – fatte salve le eccezioni – la celebrazione del Natale 2024 tramite luminarie sembra avere assunto un carattere ancora più superficiale e commerciale, privilegiando i centri e lasciando al buio le periferie. A conferma che le “radici” sono varie, semmai molto più mercantili che cristiane.
Vedi anche:
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