Non c’è dubbio che l’8 marzo sia una giornata di lotta; anzi, che ci sia molto per cui lottare.

L’ex senatrice Monica Cirinnà si è fatta ritrarre in manifestazione con un cartello in romanesco “Dio Patria Famiglia: che vita de merda”.

Questa efficace sintesi al seguito della parola d’ordine fascista non è piaciuta (comprensibilmente) a Matteo Salvini, che ha twittato contro questa «filosofia PD», ma (ancora una volta) ha quanto meno esagerato.

Infatti anche Chiara Geloni, ex direttrice della web TV del Partito Democratico YouDem, ha definito lo slogan «veramente brutto. Volgare, politicamente rozzo, e brutto. E non lo dico solo da cattolica».

Anche Carlo Calenda ha twittato un “ma anche” di veltroniana memoria «Dici? Dio è morto e famiglia e patria non contano più? Vogliamo combattere il nazionalismo becero? Facciamolo in modo intelligente non cadendo nei luoghi comuni opposti ugualmente superfic. Patriottismo inclusivo, laicità ma non secolarizzazione, famiglia moderna non solitudine».

Come dicevamo, c’è molto per cui lottare, non solo lotto marzo.